il pane dei poverelli che 3

Il pane dei poverelli che povero non è, anzi è golosissimo!

Il pane dei poverelli è un dolce tipico della tradizione campana, le cui radici affondano tra leggenda e realtà. Nel lontanissimo 1224, San Francesco era in Francia. Avendo saputo che a Montella, nei pressi di Avellino, i frati pativano la fame, assaliti come erano dai lupi e sommersi dalla neve, fece pervenire loro un pane speciale per sollevarli dalle loro pene corporali.

Lo inserì in un sacco di tela e partì per raggiungerli.

Quel sacco è conservato da oltre 700 anni nel convento di Folloni, esattamente là dove era stato recapitato da mani sante.

Ebbene, uno studio condotto da Kaare Lund Rasmussen, dell’Università della Danimarca Meridionale (Sdu), ha verificato la chimica interna del tessuto. L’analisi al carbonio 14 è stata effettuata da due ricercatrici italiane Ilaria Degano, dell’università di Pisa, e Maria Perla Colombini, del Consiglio Nazionale delle Ricerche (Cnr). Il reperto risulta risalente ad un periodo compreso tra il 1220 e il 1265. Sempre loro hanno provato, inoltre, che contenesse davvero pane, proprio per la presenza dell’ergosterolo, contenuto nel lievito.

Curiose di scoprire la bontà contemporanea di una ricetta così antica? Iniziamo!

il pane dei poverelli che 3

Il pane dei poverelli: ingredienti e preparazione

Per questo dolce meraviglioso, procuratevi:

  • lievito madre, 150 g
  • latte, 200 ml
  • farina di tipo 2, 500 g
  • uova, 2 solo i tuorli
  • burro, 50 g
  • miele millefiori, 80 g
  • sale, 8 g
  • uvetta, 80 g
  • limone biologico, 1 solo la scorza

In una ciotola, fate rinvenire l’uvetta lasciandola in ammollo per una decina di minuti, in abbondante acqua tiepida, quindi strizzatela e tamponatela con la carta assorbente. Grattugiate la scorza di limone e tenete a portata di mano.

In un altro recipiente, unite latte, farina e lievito, amalgamate perfettamente con un cucchiaio di legno, quindi aggiungete i tuorli, il miele, il burro, il sale. Lavorate il composto ed infine, incorporate e uniformate l’uvetta e la scorza di limone.

Quando risulta ben compatto e omogeneo, lasciatelo lievitare in un luogo fresco e asciutto per 2 ore circa, coperto da un canovaccio pulito.

Foderate la leccarda con la carta apposita.

Riprendete l’impasto e formate 4 pagnotte, sistematele sui 4 angoli della teglia e fatele lievitare per altre due ore.

Preriscaldate il forno a 220°. Praticate un taglio a croce sulla superficie di ogni pane dolce, inserite una noce di burro al centro e infornate per 20 minuti; senza estrarre la leccarda, abbassate la temperatura a 190° e proseguite la cottura per un’altra mezz’ora.

Sfornate e lasciate raffreddare del tutto prima di assaporare questa specialità antica!
Buon appetito!

Queste idee valgono oro… Altro che lattine!