Bere olio extravergine di oliva a digiuno fa bene. Ecco perché.
Per Omero era “oro” in forma liquida, per Ippocrate era il “grande guaritore”. Parliamo dell’olio d’oliva. Insomma, anche prima che ce lo venissero a spiegare gli americani, lo sapevamo anche da soli che la dieta mediterranea – e l’olio di oliva ne è un elemento essenziale – fa bene alla salute.
Chiarito questo, va da sé che ancora oggi, e speriamo per molto tempo ancora, l’olio extravergine di oliva è il grasso più adoperato nella nostra gastronomia e in quella di tutti gli altri Paesi rivieraschi del Mare Nostrum (con la parziale eccezione della Francia, che al Nord funziona col burro).
L’olio di oliva è il condimento da preferire in assoluto sia crudo, sia per cucinare. Il suo alto punto di fumo (210 gradi centigradi per l’olio extravergine) ne fa uno dei condimenti più adatti per le fritture.
Ma c’è un ma: ha un altissimo valore energetico (900 calorie per ogni 100 grammi) e quindi è meglio non consumarlo in eccesso. È bene usarlo dosandolo con un cucchiaio o con un cucchiaino, rispettando le dosi previste dal nostro regime alimentare.
L’olio di oliva è ricchissimo di antiossidanti, polifenoli e acidi grassi monoinsaturi: tutte queste sostanze hanno un effetto positivo sull’organismo.
Di qui l’importanza di prendere un cucchiaio di olio d’oliva al mattino a stomaco vuoto prima di iniziare la giornata.
L’olio d’oliva, in particolare, può abbassare il rischio di andare incontro a incidenti cardiovascolari, soprattutto perché è capace di tenere basso il cosiddetto colesterolo “cattivo” (LDL) aumentando al contempo quello “buono” (HDL).
Ma non solo: ha anche un leggero effetto lassativo e aiuta il fegato a depurarsi da scorie e tossine grazie alla sua efficacia antinfiammatoria.
L’olio di oliva, infine, può anche contribuire alla salute e al benessere della pelle e dei capelli, rendendoli estremamente luminosi e ritardando il processo di invecchiamento cellulare grazie ai suoi antiossidanti.
