Coronavirus: quanto sopravvive sulle superfici e come disinfettarle?

Coronavirus: quanto sopravvive sulle superfici e come disinfettarle?

Quanto a lungo può sopravvivere il coronavirus sulle superfici? La risposta breve è che non lo sappiamo. Insomma, al momento in materia non ci sono certezze definitive.

Alcuni studi ci danno qualche indicazione, ma niente di conclusivo, almeno non ancora.

Uno studio pubblicato sul New England Journal of Medicine ha dimostrato, per esempio, che può rimanere “vitale” (per quanto un virus si possa definire così) fino a tre ore nell’aria, fino a quattro sul rame, fino a un giorno sul cartone e sulla plastica, infine fino a 72 ore (tre giorni) sull’acciaio inossidabile.

Un altro studio pubblicato sul Journal of Hospital Infection ha analizzato parecchie dozzine di studi precedenti e ne ha tratto la conclusione che questo coronavirus assomiglia ai “cugini” come SARS e MERS: si presume quindi che possa resistere su superfici come metallo, vetro o plastica fino a nove giorni (i “comuni” virus dell’influenza possono resistere fino a 48 ore).

Ma c’è un ma: alcuni coronavirus non rimangono attivi a temperature superiori ai 30 gradi Celsius. Gli autori hanno anche trovato che questi coronavirus possono essere efficacemente rimossi dai comuni disinfettanti casalinghi.

Coronavirus: quanto sopravvive sulle superfici e come disinfettarle?

Si è visto, per esempio, che disinfettanti col 70 per cento di etanolo o con lo 0,5 per cento di perossido di idrogeno (acqua ossigenata) o con lo 0,1 per cento di ipoclorito di sodio (componente principale della candeggina) possono inattivare i coronavirus nel giro di un minuto. Gli studiosi ritengono che queste conclusioni possano valere anche per il Covid-19.

Va detto che alle stesse conclusioni è arrivato anche il CDC americano, Centers for Desease Control and Prevention.

Il quale CDC ammonisce tuttavia a non mischiare mai la candeggina casalinga con ammoniaca e altri prodotti. Questo perché mischiare tra loro questi prodotti per la pulizia casalinga può generare fumi tossici.

Se per esempio si mischia la candeggina con una soluzione acida, si produce una reazione che genera cloro, che causa irritazione agli occhi, alla gola e al naso. Ad alte concentrazioni si tratta di un gas che può dare difficoltà respiratorie anche serie.

Ci si può infettare se si toccano superfici contaminate dal virus?

Sì, se poi si portano le mani agli occhi, al naso o alla bocca.

Fonte: Livescience

Queste idee valgono oro… Altro che lattine!