Categorie: Gastronomia

Decotto di piantaggine: l’antico rimedio di mia nonna

Il decotto di piantaggine non è che uno tra i numerosi e possibili modi di utilizzare questa erba officinale.

Se volete conoscere nel dettaglio ogni su proprietà, cliccate qui. Troverete anche alcuni suggerimenti per individuarla facilmente durante le vostre passeggiate in mezzo alla natura.

Mia nonna ne faceva largo uso. Con le sue foglie preparava unguento, oleolito e sciroppo, ma teneva sempre da parte una buona dose di foglie e semi secchi per i suoi infusi.

Il punto è che la piantaggine si rivela efficace per risolvere davvero tanti problemi di salute, ovviamente non gravi, non cronici e neppure in fase acuta.

Per utilizzare sapientemente le erbe, dobbiamo ricordarci sempre che sono sì un prezioso dono della natura, ma non sostituiscono i medicinali di sintesi. Alleviano fastidi in modo incisivo solo se utilizzate con tempismo. Per questo, mia nonna aveva sempre a disposizione una sorta di prontuario erboristico farmacologico a cui attingeva ai primi sintomi.

Se per creare oleoliti e unguenti, spesso si serviva delle parti fresche, per le tisane doveva contare su foglie e semi secchi.

In questo caso, raggruppava la piantaggine in mazzetti, non molto grandi, e avvolgeva intorno un pezzo di carta, dopo di che legava con uno spago e appendeva il tutto in un luogo ventilato e fresco. Il periodo di essiccazione varia in base al caldo, l’essiccazione è completa quando una foglia si sbriciola tra le dite. Questa è la prova del nove.

E ora vediamo insieme come realizzare e come impiegare il decotto di piantaggine.

Decotto di piantaggine: ingredienti, preparazione e usi

Per preparare un decotto di piantaggine possiamo utilizzare le foglie o i semi. Ovviamente o le une o gli altri, mai le une e gli altri. Questo perché hanno proprietà molto diverse.

I semi sono ricchi di mucillagini che facilitano l’apparato digerente e la motilità intestinale.

L’infuso, in questo caso, ha solo uso interno e si realizza facendo bollire un cucchiaio da minestra di semini in mezzo litro di acqua. Va bevuto al mattino appena sveglie a stomaco vuoto, caldo o a temperatura ambiente, oppure può essere sorseggiato prima di coricarsi la sera, lontano dai pasti.

Con le foglie, invece, possiamo preparare un decotto con doppio utilizzo: interno ed esterno.

In entrambi i casi la proporzione è di 5 grammi ogni 100 ml di acqua. Dobbiamo portare ad ebollizione, spegnere il gas, unite la piantaggine e lasciarla in infusione per una decina di minuti circa. Filtrare il liquido e godere dei suoi benefici.

Per uso topico, può essere tamponato con un batuffolo di cotone sulla pelle grassa con funzione sebo-regolatrice; ma non solo, possiamo utilizzarlo in caso di acne, di dermatiti per attenuare le infiammazioni; su ustioni leggere, piccole ferite e abrasioni si rivela un potente lenitivo e calmante.

È benefico anche come impacco oculare per curare congiuntiviti e palpebre arrossate; proviamolo in combinazione con la camomilla e troveremo un rapido sollievo.

Per uso interno, sorseggiato caldo o tiepido e con l’aggiunta di un cucchiaino di miele e mezzo cucchiaino di curcuma, si rivela risolutivo in presenza di raffreddore, mal di gola e infezioni alle prime vie aeree. Senza l’aggiunta di questi ultimi due ingredienti possiamo utilizzarlo anche per risciacqui dopo l’igiene dentale per trattare le afte in bocca. Inoltre è un potente depurativo e diuretico. 

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