Oggi vi parliamo di una donna africana che è una vera combattente e ha già fatto annullare oltre 850 matrimoni con bambine/i per poi fare in modo che tornino a scuola. Si tratta di Theresa Kachindamoto, l’ultima di 12 fratelli e madre di 5 bambini, che dal 2003 lavora come segretaria nel distretto di Dezda, in Malawi.
Il Malawi è uno dei paesi più poveri al mondo e presenta un tasso di infezione da HIV superiore al 10%. Un’indagine delle Nazioni Unite del 2012 riferisce che più della metà delle ragazze del Malawi si sono sposate prima dei 18 anni per portare soldi alla loro famiglia. Il tasso di matromonio precoce era così elevato che addirittura alcune ragazze subivano dei rituali di iniziazione sessuale.
Theresa Kachindamoto è riuscita a far annullare oltre 850 matrimoni con minori e a far approvare una legge nel 2015 che vieta il matrimonio prima dei 18 anni. In questo modo i bambini possono tornare a scuola e la stessa Kachindamoto dispone dell’aiuto di molti genitori che sorvegliano i bambini in diverse zone “nel segreto”; se le famiglie non hanno soldi per mandare i figli a scuola se ne occupa lei stessa, vuoi con una borsa di studio o con altro tipo di aiuti.
Tuttavia, le autorità tradizionali permettono ancora i matrimoni precoci se i parenti sono d’accordo. Per ovviare questo problema, visto che è molto difficile far cambiare idea ai genitori che spesso ricevono cospicue somme di denaro per questi matrimoni infantili combinati, Kachindamoto ha licenziato i leader territoriali che non volevano anullare le unioni con minori di 18 anni, dando loro l’opportunità di essere riassunti qualora avessero cambiato idea.
“Che vi piaccia oppure no, voglio che questi matrimoni vengano annullati”, disse Theresa Kachindamoto durante un’intervista ad un’emittente locale. E poi aggiunse: “Non voglio matrimoni infantili. Questi bambini devono andare a scuola. Nessun bambino deve stare a casa a fare i lavori domestici durante l’orario scolastico”.
E come non sostenere questa donna così forte e coraggiosa? La sua instancabile lotta, nonostante le critiche e minacce subite, le è valsa il riconoscimento internazionale e l’assegnazione di diversi premi, come il Premio Navarra per la solidarietà, assegnato dal governo di Navarra e Laboral Kutxa nel novembre 2018.