Ecco quando mangiare la cipolla diventa dannoso per la salute: quando viene lasciata tagliata senza essere consumata.
Vediamo insieme perché.
Quante volte è capitato di tagliare la cipolla a metà o di utilizzarne solo la quantità necessaria per la pietanza che dobbiamo cucinare? Sicuramente tantissime volte.
Sappiamo con certezza che la cipolla è un perfetto antibatterico naturale nonché antivirale. Ma anche gli ingredienti naturali possono avere delle controindicazioni.
Ecco quando mangiare la cipolla diventa dannoso
Proprio perché attrae virus e batteri, se la cipolla rimane tagliata e non consumata, fungerà da calamita per tutti quelli che ci sono intorno. Se resta in frigo, da una parte assicurerà l’igiene dello stesso (tralasciando l’odore). Se però la utilizziamo dopo un periodo, per quanto breve possa essere, quei batteri finiranno nel nostro piatto. Il risultato sarà una bella intossicazione batterica. Alla meno peggio qualche problema gastrointestinale. Inoltre, quando la cipolla rimane in frigorifero, subisce l’umidità dell’ambiente e di rimando si ammorbidisce fino a fare la muffa.
Come evitare questi problemi?
La cipolla non consumata si conserva in appositi contenitori, possibilmente ermetici. Oltre a garantire la non dispersione dell’odore tipico, non verrà contaminata e si manterrà per alcuni giorni.
Un altro metodo è di conservarla in un sacchetto antigelo nel congelatore. Magari già tritata o spezzettata, in modo che quando serva sia già tagliata e pronta all’uso.
Aneddoto/leggenda sulla cipolla
Vi raccontiamo un aneddoto risalente ai primi del 900.
Nel 1919 più di 40 milioni di persone morirono a causa dell’influenza. Un medico americano indagò per cercare di capire la causa. La “strage” influenzale stranamente aveva risparmiato una intera famiglia di agricoltori. Il medico notò un particolare. Delle cipolle erano aperte per casa. Analizzandole vide che erano piene di batteri e virus. Avevano funzionato da calamita, tenendo gli ambienti della casa puliti, compresi i suoi abitanti.