Fibromialgia: sintomi, cause scatenanti e cura.
La persone che soffrono di fibromialgia non sembrano malate, ma lo sono. Prima di giudicarle con superficialità, leggi qui sotto che cos’è la fibromialgia, quanto è difficile riconoscerla e diagnosticarla, quanto è difficile conviverci, soprattutto, sia dal punto di vista psicologico che logistico.
Si diceva della difficoltà di diagnosticare questa condizione. In effetti la fibromialgia è una malattia che di solito viene riconosciuta per via di esclusione, nel senso che per arrivare a decidere se ci si trovi di fonte a un caso di fibromialgia oppure no occorre scartare tutte le altre cause che potrebbero dare ragione dei sintomi denunciati dal paziente, per esempio malattie auto-immuni, infezioni, neoplasie.
Da parte del medico specialista (di solito un neurologo) si tratta di rivolgere molte e approfondite domande al paziente e di sottoporlo poi a un esame fisico assai accurato.
Allo stato delle nostre conoscenze a una diagnosi di fibromialgia si può arrivare solo così, perché a tutt’oggi non esistono ancora esami di laboratorio standard o in senso lato diagnostici che possano dare delle risposte chiare al riguardo.
La fibromialgia è una condizione patologica che si caratterizza per un dolore generalizzato a carico dell’apparato muscolo-scheletrico, anomalie del sistema nervoso centrale e altri sintomi, come per esempio fatica cronica, insonnia e difficoltà di concentrazione e cognitive.
Considerato questo quadro clinico generale, si potrebbe essere indotti a ritenere che la malattia sia stata individuata in anni relativamente recenti, ma sappiamo invece che fu identificata per la prima volta già agli inizi del secolo scorso e che le fu dato il nome di fibrosite.
Il nome con cui questa condizione è conosciuta al giorno d’oggi, invece, le è stato dato attribuito nel 1990 dall’American College of Rheumatology.
Si tratta di una condizione sulla quale si sospetta abbia un grande peso l’eredità genetica e che produce effetti potenzialmente assai invalidanti.
Dato il suo carattere piuttosto sfuggente ed elusivo – come s’è detto non ci sono esami clinici obiettivi che la possano evidenziare – e il fatto che presenta sintomi tutti “soggettivi”, cioè non oggettivabili dall’esterno, i malati di fibromialgia a volte sono costretti a vivere una doppia condizione di stress e dolore: da un lato la sofferenza per i sintomi della malattia, dall’altro quello per il fatto di non essere compresi.
Non si sa esattamente quale sia la causa all’origine di questa malattia, ma è convinzione abbastanza diffusa che si tratti di una condizione multifattoriale, alla quale concorrono cioè fattori diversi, come per esempio profili biochimici, genetici, ambientali, ormonali, psicologici e così via.
I ricercatori pensano che la fibromialgia influisca sul modo in cui il cervello elabora gli stimoli dolorosi, che a causa di questa malattia risultano amplificati in maniera anormale.
A volte i sintomi cominciano con un trauma fisico o psichico: infezioni, operazioni chirurgiche, stress psicologico. In altri casi i sintomi si accumulano a poco a poco nel tempo, senza che sia evidente alcuna causa scatenante iniziale.
Al momento non c’è una cura per la fibromialgia, ma sono stati elaborati dei trattamenti che hanno lo scopo di tenere sotto controllo i sintomi, permettendo per quanto possibile ai pazienti di condurre una normale vita di relazione e di lavoro o quanto meno di attenuare il dolore, che già non è poco.