La terapia coi fiori di Bach usa le supposte energie naturali di alcune varietà di fiori selvatici allo scopo di cambiare gli stati mentali negativi.
Chi coltiva questo tipo di cura ritiene infatti che “La malattia è la concretizzazione di un atteggiamento mentale”. Ne deriverebbe, per conseguenza, che intervenire sull’atteggiamento mentale possa influire positivamente sulla malattia.
In altre parole, i cultori della cura coi fiori di Bach credono che i rimedi floreali abbiano un effetto molto sottile sugli stati mentali delle persone e possano indirettamente avere effetto anche sul corpo.
Ciò che sembra essere possibile, grazie ai fiori di Bach, è quanto segue: dare sollievo dopo uno spavento o uno shock di modesta entità; dare una mano a superare difficoltà prevedibili, come ad esempio superare un esame; migliorare condizioni come insonnia, ansia, stress, astenia; accrescere l’efficacia di altri tipi di cura più tradizionali; per la cura di disturbi abbastanza comuni come disfunzioni del ciclo, problemi ormonali negli adolescenti o nelle donne in menopausa; per dare sostegno alla persona in momenti particolari della vita, come può essere, per le donne, la fase post parto, o, per i bambini, lo svezzamento.
Tutto questo, va avvertito, sembra possibile solo quando si tratta di persone senza grossi problemi psicologici o al massimo come primo approccio per persone disturbate, dopodiché le si orienta verso una appropriata terapia psicologica (o psichiatrica).
Quel che i fiori di Bach non possono fare è: risolvere situazioni psicologiche che si trascinano da molto tempo; non possono avere effetto, inoltre, su persone che prendono droghe e/o psicofarmaci; in generale, poi, i fiori di Bach non possono curare malattie organiche, ma solo aiutare la persona dal punto di vista psicologico.
I fiori vanno raccolti senza toccarli e adagiati sopra un vassoio di vetro che contenga l’acqua di una sorgente vicina al luogo della raccolta. Questo recipiente coi fiori in infusione deve stare al sole per qualche ora nel luogo della raccolta.
Va detto che in certi casi i fiori di Bach sono preparati col metodo della bollitura. Invece di esporre l’infuso di acqua e i fiori al sole, si fanno bollire i fiori nell’acqua di sorgente.
Una volta conclusa la macerazione sotto al sole o la bollitura, l’acqua d’infusione va separata dai fiori e va aggiunta la medesima quantità di grappa: ciò per garantire la conservazione del rimedio.
Il dottor Bach eponimo (Edward Bach, 1886-1936) usava il brandy, una grappa che si produce in Gran Bretagna, perché lo considerava più puro e naturale dell’alcol denaturato che si adopera di solito per le medicine. L’infuso che si ottiene in questa maniera prende l’evocativo nome di Madre.
A partire da questo infuso si procede alle diluizioni come segue: si riempie con dell’acqua una bottiglia da 30 millilitri, poi si aggiungono un po’ di grappa e due o tre gocce della Madre di ogni fiore scelto.
Va sottolineato che oggigiorno in commercio si possono trovare solo rimedi già diluiti: le diluizioni vanno da 1:240 fino a uno su centomila.
Infine un’avvertenza doverosa: finora non s’è trovata alcuna prova scientifica seria che la “terapia” coi fiori di Bach abbia davvero qualche efficacia.