Ictus: ecco 7 sintomi per riconoscerlo prima che sia troppo tardi

L’ictus può essere di due diverse tipologie: quello di tipo ischemico, caratterizzato da uno scarso afflusso di sangue, e quello emorragico, che avviene con la rottura di un vaso sanguigno. In entrambi i casi, la circolazione che arriva al cervello è compromessa e le conseguenze possono essere anche gravi.

Risultati immagini per ictus

Se la circolazione sanguigna si interrompe o è insufficiente, infatti, le cellule cominciano a morirne e il cervello ne fa le spese. Possono comparire segnali quali: stato confusionale, difficoltà di comprensione e di dizione, paralisi facciale, intorpidimento degli arti, vertigini e capogiri, sonnolenza, forte e improvviso mal di testa. In questi casi, specie se la persona è anziana o a rischio, vanno subito chiamati i soccorsi.

Prima che si verifichi un ictus si manifestano questi 7 segnali

Di ictus non si muore, non sempre perlomeno, ma le conseguenze possono limitare in modo più o meno permanente il linguaggio o paralizzare i tratti del volto, compromettendo persino la vista. Per questo occorre intervenire tempestivamente al fine di permettere a un medico il ripristino della circolazione ove si sia interrotta.

Il fattore di rischio più importante, in tal senso, è certamente l’ipertensione. Ma anche uno stile di vita scorretto, coadiuvato da scarso movimento e alimentazione troppo ricca di grassi possono essere pericolosi: il colesterolo, infatti, tende ad occludere le arterie, comprese quelle celebrali. Per questo i medici raccomandano di mantenere il peso forma e di mangiare frutta e verdura a volontà, oltre che smettere di fumare o bere alcool in quantità eccessive.

Purtroppo, in alcuni casi, possono esserci malformazioni congenite che portano a emorragie improvvise quanto inaspettate, come nel caso di giovanissimi apparentemente in ottima salute. Una percentuale degli ictus che avviene ogni anno non è prevedibile ma, laddove sia possibile intervenire, bisogna preservare la propria salute. Le persone anziane o ipertese, poi, dovrebbero sottoporsi a controlli periodici e seguire eventuali cure prescritte dal medico.

credit foto

Articolo revisionato dalla Biologa Nutrizionista Maria Di Bianco

 

Queste idee valgono oro… Altro che lattine!