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Il declino dell’olfatto negli anziani: Ecco cosa ci dice una ricerca!

Il declino dell’olfatto negli anziani: vale per la carne ma non per la vaniglia

Il declino dell’olfatto negli anziani: vale per la carne ma non per la vaniglia. Una volta si credeva che il declino dell’olfatto negli anziani fosse un fenomeno generalizzato, che cioè valesse per tutti gli odori.

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Beh, pare che non sia così. Una nuova ricerca condotta su un campione di anziani della Danimarca, infatti, ha messo in luce che la cosa sembra valere solo per alcuni odori, non per tutti.

Tutti noi sappiamo, direttamente o indirettamente, che l’olfatto è una di quelle facoltà che declinano con l’avanzare dell’età. Si tratta di un fenomeno che di solito comincia a partire dai 55 anni.

Ora, fino ad oggi si riteneva che questa facoltà declinasse nel suo complesso, a mano a mano che gli anni avanzano, ma adesso uno studio condotto dall’università danese di Copenhagen ha trovato che la cosa vale per certi odori ma non per altri.

I ricercatori, in particolare, hanno misurato sia l’intensità della percezione odorosa negli anziani sia la loro reazione agli odori, e cioè se li consideravano gradevoli o no.

Come spiega Eva Honnens de Lichtenberg Broge, una delle ricercatrici che ha preso parte allo studio, “la nostra ricerca mostra che il declino dell’olfatto negli anziani è un fenomeno molto più complesso di quanto credevamo. Mentre la loro capacità di odorare carne fritta, cipolle e funghi è decisamente più debole, non è così per le arance, i lamponi e la vaniglia, che riescono a percepire esattamente come le persone più giovani. Sembra in effetti che il declino dell’olfatto negli anziani sia legato al tipo di odore e dunque non generalizzato”.

Circa il perché di questi risultati, gli studiosi possono solo fare ipotesi.

Che il declino olfattivo riguardi soprattutto fritti, cipolle e funghi potrebbe avere a che fare, spiega la Honnens de Lichtenberg Broge, col fatto che si tratta di alimenti salati o che, comunque, contengono quel che si chiama “umami”.

Si sa che con l’avanzare dell’età, le persone tendono a percepire sempre di meno il salato (ricordate la nonna che esagerava col sale della pasta?) e si sa che sapore e odore sono strettamente collegati, quando si tratta di cibo.

Ne deriva che una peggiore percezione del salato potrebbe tradursi in una peggiore percezione anche degli odori, sempre che, però, si tratti di cibi salati.

 

Queste idee valgono oro… Altro che lattine!