La torta di pesche dei contadini appartiene a quel filone di cucina povera, che sapeva esaltare il sapore di ogni ingrediente: un solo uovo, perché erano un lusso, poco zucchero (troppo costoso un tempo), zero farina o lievito (antesignana del gluten free), del burro neppure l’ombra. Cuoceva in vecchie pentole che avevano nel tempo assorbito tutti i sapori della campagna.
Le sue origini affondano nella storia del Piemonte, tant’è che è nota con il suo appellativo dialettale: “Turta ad persi”.
Non appena arrivava l’estate, quando i peschi regalavano frutti in abbondanza, per non sprecare nulla, la mia nonna si metteva al lavoro. Sceglieva i più maturi, quelli che sarebbero presto stati eliminati, li riduceva a pezzettini e iniziava a preparare l’impasto.
Diceva che era un atto di amore nei confronti della terra generosa, per evitare ogni spreco, e del lavoro del nonno coltivatore. Noi piccoli la ascoltavamo con aria incantata e un occhio sul forno, in attesa di vederla uscire profumatissima, morbida e buonissima.
E oggi, vi svelo la sua ricetta! Curiose? Iniziamo!
Per questa ricetta procuratevi:
Preriscaldate il forno a 150°.
Foderate una tortiera da 28 centimetri di diametro con la carta apposita, bagnatela e strizzatela per farla aderire bene al fondo e ai bordi.
In una ciotola, mettete il cacao, i savoiardi e lo zucchero (4 cucchiai). Amalgamate bene.
Lavate le pesche e tagliatele a pezzetti piccoli, sistematele in un altro recipiente, sbriciolate gli amaretti e grattugiate la scorza di limone. Unite l’uovo intero e aggiungete il bicchierino di rum, se gradito. Versate ora il tutto nella ciotola con il cacao e mescolate con massima cura.
Trasferite nello stampo, livellate la superficie e distribuite un cucchiaio di zucchero.
Infornate per un’ora circa. Sfornate e lasciate intiepidire prima di gustare questa meraviglia!
Buon appetito!