Abbiamo visto già diverse volte come sia possibile, se non utilissimo, riciclare dei prodotti naturali per utilizzarli come fertilizzanti per le nostre piante. A tal proposito, la cenere di legna risulta essere una delle maggiori risorse. Parliamo della cenere che si può ricavare dopo l’utilizzo di un camino, per esempio, o di un forno. Questo tipo di cenere risulta essere eccezionale come fertilizzante. Cerchiamo di capirci di più.
Cenere di legna: info utili
Come facile intuire, non esiste un solo tipo di cenere, ma bensì esistono diverse tipologie della stessa, che possono cambiare anche in maniera abbastanza rilevante. In primis le differenze risiedono nella composizione, in secondo luogo si può parlare anche della differenza legata al tipo di combustione con la quale si è ottenuta. Molti materiali all’interno del legno, infatti, a determinate temperature possono volatilizzarsi. Va da sé che non tutte le tipologie di cenere di legna possono essere utilizzate: ad esempio, la cenere derivata dal carbone fossile non può essere usata per lo scopo, poiché quasi certamente conterrà elevate percentuali di metalli pesanti, dannosissimi per la salute.
In linea di massima, possiamo affermare che sia utilizzabile come fertilizzante soltanto al cenere derivante da legna non trattata. In questa maniera tuteleremo la nostra salute e l’ambiente circostante. Oltre a ciò, ci teniamo a far presente che bisognerebbe stare attenti anche al pH del suolo: la legna è ricca di calcio e ciò altera il pH del terreno, facendolo aumentare notevolmente. Sostanzialmente, la cenere di legna andrebbe utilizzata in terreni con pH molto acido, correggendo il dato grazie all’ossido di calcio. Su terreni già di per sé molto basici, andrebbe evitato l’utilizzo di cenere.
Come applicarla al terreno
Il metodo di applicazione più intelligente è quello legato all’interramento della cenere. In questa maniera, infatti, si possono evitare le dispersioni causate dal vento. Detto ciò, andrebbe evitato anche un utilizzo esagerato della cenere. Una regola precisa in merito non esiste, ma molto dipende dalla composizione del suolo e dal tipo di coltura che vogliamo portare avanti. Generalmente possono bastare circa 200 kg ogni 1000 metri quadri: in questa maniera il terreno verrà rifornito dei vari elementi necessari, quali calcio, potassio, magnesio e così via. Per quanto riguarda gli aspetti legali? Non ci sono limitazioni legislative legate all’uso della cenere in agricoltura, nemmeno in quella biologica. Le limitazioni, in realtà, sono legate semplicemente al tipo di legname usato: questo dovrà essere naturale al 100%, non trattato dopo l’abbattimento con sostanze chimiche di alcun tipo.