Un’indagine fresca condotta da Salvagente su otto marchi di prosciutto cotto svela la composizione di questo alimento tanto presente nelle tavole familiari. Tra conservanti, dolcificanti, esaltatori di sapidità e sodio, emerge un quadro che solleva dubbi sulla bontà nutrizionale di questo alimento, soprattutto per i più piccoli.
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Il prosciutto cotto è un elemento frequente nelle preparazioni culinarie, apprezzato da grandi e piccini. Tuttavia, cosa cela realmente al suo interno? Rappresenta effettivamente un prodotto di “eccellenza”, secondo i nostri criteri di valutazione? Un recente studio condotto da Il Salvagente rivela aspetti nascosti del prosciutto cotto che sollevano interrogativi sulla sua genuinità e qualità.
L’indagine ha coinvolto otto marchi di prosciutto cotto di prestigio, mirando a fornire ai consumatori un quadro dettagliato sugli ingredienti, sui processi di produzione e sulle disparità tra i diversi produttori. E’ da sottolineare che nell’analisi condotta, non è stata inclusa la valutazione del benessere degli animali, un fattore che consideriamo cruciale per un giudizio completo sulla qualità dei prodotti.
Le marche analizzate sono:
- Beretta
- Citterio
- Ferrarini
- Negroni
- Parmacotto
- Casa Modena
- Rovagnati
- Vismara
I componenti principali del prosciutto cotto sono la carne di maiale, il sale, gli aromi e una varietà di additivi. Tra questi, i più diffusi sono il nitrito di sodio, per la conservazione, e l’ascorbato di sodio, per l’antiossidazione. È degno di nota che alcune marche di prestigio includono anche zuccheri come destrosio e fruttosio, mentre altre preferiscono non aggiungerli.
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C’è un acceso dibattito riguardo all’utilizzo dei nitriti nel processo di preparazione del prosciutto cotto. Questi composti, comunemente impiegati per preservare il prodotto e mantenerne il caratteristico colore rosa, sollevano dubbi riguardo alla formazione di nitrosammine. Queste sostanze, potenzialmente cancerogene, possono formarsi quando i nitriti interagiscono con le ammine naturalmente presenti nella carne.
Al fine di mitigare eventuali rischi per la salute, l’EFSA ha stabilito rigorosi limiti di sicurezza per l’utilizzo dei nitriti, fissando dosi giornaliere tollerabili che mirano a evitare esposizioni eccessive (0,07 mg/kg di peso corporeo al giorno). Alcuni produttori arricchiscono il sapore del prosciutto cotto con l’aggiunta di glutammato monosodico, conferendo al prodotto una nota gustativa più intensa. Tuttavia, sorgono dubbi riguardo alla sua potenziale tossicità. Anche in questo caso, l’EFSA ha stabilito una dose giornaliera tollerabile (30 mg/kg di peso corporeo) per prevenire eventuali rischi per la salute.
È importante notare che alcuni marchi di prosciutto cotto includono anche zuccheri come destrosio e fruttosio tra gli ingredienti, come già accennato. Ultimo ma non meno importante, bisogna considerare anche la quantità di sale presente nel prosciutto cotto, particolarmente in relazione alle linee guida dell’OMS che stabiliscono un consumo massimo giornaliero di sale per i bambini pari a 2 grammi al giorno. I prosciutti esaminati contengono infatti una quantità variabile di sale, compresa tra 1,6 e 2 grammi per ogni 100 grammi di prodotto.
Alla coda della classifica del Salvagente spiccano due prodotti che, considerando tutti i parametri del test, ottengono solo 4 punti:
- IL FERRARINI
- VISMARA I VISMARISSIMI
Entrambi questi prodotti presentano in composizione nitrito di sodio, glutammato monosodico e saccarosio.
Per consultare tutte le valutazioni del test, vi invitiamo a fare riferimento al numero di aprile del Salvagente.
Fonte: Il Salvagente
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