cibi che è meglio non mischiare

Quali sono i cibi i che è meglio non mischiare e perchè

Quali sono i cibi che è meglio non mischiare.

Forse avrete sentito parlare della dieta dissociata. Si tratta di un regime dietetico basato sul non mischiare certi alimenti. La logica è che combinare differenti tipi di macronutrienti (carboidrati, grassi, proteine) può favorire l’obesità.

Il punto debole di un tale ragionamento è che tutti i cibi sono già di per sé mescolanze di macronutrienti e micronutrienti, sicché la dieta dissociata non ha molto senso dal punto di vista metabolico.

E poi il bello della gastronomia è proprio la possibilità di provare mille combinazioni diverse per ottenere innumerevoli sfumature di sapore, consistenza e aroma.

In certi casi, però, è importante tenere presente che certe combinazioni possono influire sull’assorbimento di alcuni nutrienti.

Quali sono i cibi che è meglio non mischiare

La biodisponibilità di certi nutrienti (vitamine, sali minerali ecc.) dipende da vari fattori, tra i quali c’è anche la presenza o l’assenza di altri nutrienti specifici, come per esempio i fitati e gli ossalati.

Questo vuol dire, in termini concreti, che se per esempio una persona soffre di un deficit di ferro (anemia), quella persona non dovrà mangiare insieme alimenti ricchi di ferro, come lenticchie, ceci, frutta secca e cereali integrali, e alimenti ricchi di fitati, ossalati, tannini e polifenoli, dato che questi ultimi tendono a ridurre l’assorbimento di ferro e quindi l’anemia potrebbe aggravarsi.

Ma quali sono gli alimenti che contengono queste sostanze (ossalati, polifenoli e così via)? Gli ossalati li possiamo trovare negli spinaci crudi e nel cioccolato, l’acido fitico nei legumi, i tannini e i polifenoli nel caffè.

Il che non vuol dire che questi alimenti non si possano consumare, ma che tra il consumo degli uni e quello degli altri deve passare un certo lasso di tempo.

Un’altra combinazione che è meglio evitare è quella tra sostanze che interferiscono con l’assorbimento dello iodio e quelli ricchi di iodio. Le prime sono contenute per esempio nei cavoletti di Bruxelles, nei broccoli e nei cavolfiori.

Quanto ai fitati contenuti nel pane integrale, nei cereali e nei legumi, questi possono diminuire l’assorbimento dello zinco che si può trovare in alimenti come le ostriche, la carne rossa e il pollame.

Va peraltro avvertito che le precauzioni che abbiamo visto debbono applicarsi solo se c’è un deficit di certi nutrienti. In caso contrario, l’organismo è perfettamente in grado di attingere alle riserve.

Queste idee valgono oro… Altro che lattine!