Iniziata il 3 ottobre, prosegue fino al 19 gennaio 2020 alla Galleria Nazionale delle Marche di Urbino (che poi è il Palazzo Ducale) la mostra “Raffaello e gli amici di Urbino”.
Come si ricorderà, l’anno prossimo è il cinquecentesimo anniversario della morte del genio rinascimentale originario proprio di Urbino, città che, per i molti che non se lo ricordano, è uno dei capoluoghi di provincia delle Marche (in realtà la provincia è Pesaro-Urbino, con una unione mare-monti frutto di uno dei soliti compromessi all’italiana).
Secondo il direttore della Galleria, Peter Aufreiter, la mostra “indaga e racconta, per la prima volta in modo così compiuto, il mondo delle relazioni di Raffaello (1483-1520) con un gruppo di artisti operosi a Urbino, che accompagnarono in dialogo, ma da posizioni e con stature diverse, la sua transizione verso la maniera moderna e i suoi sviluppi stilistici durante la memorabile stagione romana”.
La mostra indaga, in particolare, il ruolo che ebbe il Perugino nella formazione e nella primissima fase dell’attività artistica di Raffaello, che nell’esposizione urbinate viene anche letta in parallelo con quella dei più maturi concittadini Timoteo Viti e Girolamo Genga, le cui ricerche si incrociarono prima col periodo fiorentino e poi con l’attività romana del Sanzio.
Il percorso espositivo offre al pubblico un’ottantina di opere, di cui una decina di Raffaello, con l’obiettivo di trasmettere lo spirito dell’Umanesimo e il fermento di idee che c’era nella seconda metà del Quattrocento a Urbino, che poi, come detto, è la cittadina dove è nato Raffaello.
La mostra, che ha richiesto circa tre anni di lavoro, rappresenta il primo grande omaggio che la Galleria Nazionale delle Marche fa al grande urbinate.
La mostra è curata da Barbara Agosti e Silvia Ginzburg ed è promossa e organizzata dal Polo Museale delle Marche, diretto da Peter Aufreiter, in collaborazione col Comune di Urbino e con la Regione Marche.