A primavera, sui campi è tutto uno sbocciare e sono ben sette i fiori spontanei commestibili, tutti ricchi di proprietà benefiche e gustosi.
Approfittiamone per impreziosire le nostre ricette e regalare al nostro organismo un pieno di benessere.
Scopriamoli insieme!
La malva è una piantina delicata dalle molteplici virtù. Qui trovate un approfondimento a riguardo; in questa sede, vedremo rapidamente i benefici che apporta.
È un’erba spontanea che cresce su terreni assolati. Presenta una radice a fittone, un fusto ramificato e ricoperto da peluria, foglioline tondeggianti e fiori violacei a cinque petali.
Radice, foglie e fiori essiccati sono le parti utilizzabili in fitoterapia per infusi e decotti curativi.
Le foglie e i fiori freschi sono edibili in cucina e sono ideali per preparare zuppe o insalate. Regalano colore e apportano vitamine ( A, B1, B2, C, E), potassio, mucillagini utili all’intestino pigro.
La malva è un emolliente in grado di alleviare irritazioni e infiammazioni del cavo orale. È perfetta per attenuare un mal di gola iniziale ad esempio. Può fungere da espettorante in caso di tosse. Calma gli spasmi gastrointestinali, ha potere lenitivo sulla pelle ed è un efficace diuretico.
Raccogliamola sempre rispettando la natura.
La meravigliosa violetta cresce spontaneamente su terreni umidi e ombreggiati. È una pianta erbacea con foglie picciolate alla base e deliziosi fiorellini a due o tre petali dal colore viola intenso.
In erboristica è apprezzata per le sue proprietà e viene utilizzata per preparazioni come tinture madri, decotti e infusi, in ogni sua parte: fiori, foglie e radici.
La piantina è utile a calmare la tosse, grazie agli emollienti e agli espettoranti che contiene; depura i reni e ha virtù antinfiammatorie per lenire le ferite della cute o le dermatiti.
Nei fiori, è rilevante la presenza dell’irone, una molecola aromatica che regala profumo delicato, ma anche parecchi benefici. È possibile, infatti, ricavare uno sciroppo lasciandoli in infusione in acqua bollente per 12 ore almeno. L’indomani, filtriamo il liquido e uniamo uno chilo di zucchero per ogni litro. Utilizziamolo a scopi curativi o per impreziosire le nostre ricette dolci.
Non solo, i fiori freschi tali e quali sono apprezzatissimi in insalata.
Le rucole selvatiche sono piantine spontanee appartenenti alla famiglia delle brassicacee.
Non ne esiste una sola specie, ma tutte sono accomunate per il loro sapore pungente. Hanno fusti ramificati e foglie carnose, a margine dentellato. I fiori possono essere bianchi, gialli o violacei e sbocciano in primavera. È interamente commestibile e utilizzati in cucina.
Le foglie vengono impiegate crude in insalata o per la preparazione di un pesto profumato, cotte nelle frittate o nelle zuppe. I fiori sono gustosi e hanno un gusto simile a quello delle foglie, ma con un sentore di miele. I semi essiccati sono pregiate spezie insaportitrici.
La rucola è ricca di vitamina A, C e acido folico: rinforza le difese immunitarie ed è benefica per la pelle. Contiene inoltre sali minerali come ferro, potassio, zinco, fosforo e magnesio. Sostiene la salute di denti e ossa. Promuove un corretto funzionamento del sistema nervoso e agisce da ipotensivo, contrastando la pressione alta.
I suoi oli essenziali amarognoli favoriscono la digestione.
Tuttavia, andrebbe consumata con cautela da chi assume medicinali anticoagulanti perché ne contrasta l’azione.
Appartiene alla famiglia delle lamiaceae, questa piantina erbacea presente ovunque in primavera nei prati in fiore, nei campi, in qualsiasi terreno.
Ha una radice a fittone ed è molto invasiva. Il fusto può arrivare ai 40 centimetri di altezza con foglie ovali a margine dentato, opposte tra loro, ricoperte da una leggera peluria, che per somiglianza ricordano quelle dell’ortica. Presenta fiori piccoli, rosa o viola, che ricordano lontanamente le labbra.
Ha proprietà depurative, toniche e astringenti. Contiene un’alta percentuale di vitamina C ed è benefica per la pelle. Rilascia mucillagini utili alla salute dell’intestino.
È completamente edibile. Foglie e fiori freschi sono deliziosi in insalata, nelle minestre, nelle frittate, nei risotti o nell’impasto dei gnocchi.
È apprezzata anche sotto forma di infuso, profumato e digestivo.
Timida, ma determinata, la primula è tra i fiori che annunciano la primavera. È una pianta erbacea alta al massimo 15 centimetri, con foglioline ovali e scanalate, pelose nella pagina inferiore e disposte a rosetta a ridosso del terreno. Cresce ovunque al di sotto dei 2000 metri di altitudine.
Si utilizzano le sue radici e i suoi fiori, dal colore giallo acceso, riuniti in ombrelle sulla cima dello stelo.
È molto apprezzata in fitoterapia per le sue conclamate proprietà lenitive. Può essere utilizzata per impacchi curativi di lividi e punture di insetto. Contiene flavonoidi, carotenoidi e saponine.
La radice agisce come fluidificante ed espettorante in caso di tosse e catarro.
Può essere assunta sotto forma di decotto per attenuale stati influenzali, bronchiti allo stadio iniziale e reumatismi.
I fiori hanno potere diuretico e depurativo, sono rilassanti a livello del sistema nervoso e possono contribuire a calmare infiammazioni del cavo orale come gengiviti e afte e le cefalee.
Sono perfetti in infuso, quando essiccati, freschi si lascino apprezzare nelle insalate e nelle frittate, magari accompagnati dalle foglioline più tenere. Con i petali, possiamo preparare una deliziosa confettura e sono spettacolari canditi.
Un’unica avvertenza è d’obbligo: non è possibile consumare la primula in gravidanza o in allattamento per la presenza di saponine.
Raccogliamola con moderazione, è una specie protetta. Ricordiamoci che dobbiamo massimo rispetto a Madre Natura.
La pratolina è una pianta erbacea perenne appartenente alla famiglia delle asteracee che cresce spontaneamente ovunque sul nostro territorio nazionale.
Possiede parecchie virtù ed è deliziosa da mangiare!
Riconoscerla è facile! Ha l’aspetto di una piccola margherita, raggiunge al massimo i 12/15 centimetri, con una radice a fittone e le foglie disposte a ridosso del terreno con una nervatura centrale ben evidente. I fiorellini sono riuniti al termine dello stelo con petali dal colore bianco che vira al rosa o al violetto.
In erboristica vengono sfruttate le sue proprietà rilassanti, cicatrizzanti, antiinfiammatorie e lassative. È utile a curare strappi o contusioni. Può ovviare a stati di raffreddamento e calmare la tosse. È depurativa e aiuta a regolare la digestione. Può essere assunta per via orale tramite un infuso. Sotto forma di oleolito è utile per la nostra bellezza perché lenisce la cute stressata e ha effetto rassodante.
I fiori e foglioline tenere sono edibili. Hanno un gusto insolito perfetto per arricchire insalate, minestre o risotti. Possiamo anche metterli sotto sale per preparare dei falsi capperi.
La Veronica è una pianta della famiglia delle Scrofulariacee. È possibile trovarla nelle zone pedemontane o montane, soprattutto alpine anche oltre i 2.000 metri. Da molti è conosciuta come “occhi di Madonna”.
Ha un portamento a cespuglio con steli sottili e foglioline ovali lanceolate, verde scuro. I suoi fiori sono di un bel colore blu intenso, rosa o viola.
Viene da sempre sfruttata in campo erboristico e fitoterapico per la preparazione di decotti, tisane, tinture madri. Contiene tannini, resine, oli essenziali e principi amari che le conferiscono proprietà toniche, digestive e aperitive. Sostiene il lavoro del fegato, combatte l’inappetenza, attenua i dolori gastrointestinali. Funziona da depurativo del sangue ed è diuretica se assunta per via orale. Infine, può calmare la tosse e sciogliere il catarro. Per uso topico, favorisce la cicatrizzazione delle ferite, lenisce la cute e attenua il rossore degli occhi.
I fiori freschi sono edibili e deliziosi per decorare le nostre ricette.
Raccogliamo sempre con attenzione i doni della natura e facciamone buon uso!
Per tutte le informazioni su come essiccare le erbe basterà cliccare QUI
N.B: Prima di assumere qualsiasi rimedio naturale è sempre bene rivolgersi al proprio medico di fiducia.
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