Solo chi ha perso la mamma sa cosa vuol dire perdere il vero amore.
Perdere un genitore è sempre una prova durissima da affrontare. Perdere la propria madre, in particolare, ancora di più.
Il legame che si crea tra madre e figlio è letteralmente viscerale. La nostra mamma ci porta dentro di sé per nove mesi e per quei nove mesi noi siamo parte di lei.
È una relazione simbiotica che dà forma fin da subito al nostro futuro, anche se naturalmente sono fondamentali pure i primi tre anni di vita.
Insomma, non è difficile capire che perdere la propria mamma è per tutti un colpo durissimo. Quella con nostra madre è la prima relazione d’amore che abbiamo nella vita ed è una relazione “totale”.
Sappiamo che nostra madre ci ama, non importa che cosa succeda nella nostra vita. Non importa che le cose ci vadano bene oppure male, che siamo belli o brutti, stupidi o intelligenti.
A volte non importa neppure che ricambiamo il suo amore, ed è tutto dire.
Lei è sempre lì per noi: fedele, affidabile, amorevole. Un trucco dell’evoluzione? E sia: ma rifletterci sopra razionalmente non toglie nulla al suo carattere fondamentale.
Possiamo essere intelligenti e razionali quanto ci pare, ma se siamo normali la morte di nostra madre è qualcosa che non può non scuoterci nel profondo.
Dopo quell’evento il mondo non è più lo stesso: se n’è andato un ancoraggio essenziale. “Cerco un centro di gravità permanente”, cantava Franco Battiato: quando muore nostra madre quel centro non c’è più e non può più esserci.
C’è chi nasce orfano, ma tutti prima o poi lo diventiamo e niente e nessuno può prepararci a questa esperienza. Ognuno la deve affrontare da sé, come può.
L’unica consolazione – magrissima – è che ci passano tutti, ma come sempre nella vita si tratta di un passaggio che dobbiamo affrontare da soli.
Sperando che le cose che lei ci ha insegnato e l’amore che ci ha dato senza quasi chiedere nulla in cambio possano aiutarci a superare lo shock della sua perdita.